Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità e il pensiero di Umberto Guidoni

Dic 5, 2021 | Stop alle barriere, Uncategorized

Questo è il post pubblicato da Umberto Guidoni sulla sua pagina FB (umbe.guidoni):
“Oggi, 3 dicembre 2021, è la giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità. Una giornata in cui emerge così tanta retorica da farmi salire il crimine. Così ho pensato di postare alcune lezioni che ho imparato dalla mia pluridecennale disabilità e che, per me, tutt’oggi sono importanti. Niente retorica da 3 dicembre, solo vita vissuta:
– Tra i tanti problemi, una cosa utile della disabilità è che non ti spiega cosa sono il coraggio e la paura, ti insegna ad accogliere entrambi.
– Il distanziamento sociale contro il Covid è utile. Ma è utile anche contro chi ti chiama “Ciao campione!”, “Angelo del signore” o “Il tuo coraggio è la nostra forza!”.
– Prima o poi qualcuno si avvicinerà a te, e guardatoti dall’alto in basso, ti dirà che devi farti forza e che avere un handicap non è grave. La risposta giusta è sorridere e dire la stessa cosa a lui/lei.
– Ho provato a bere tenendo in mano il bicchiere, e non usando una cannuccia come ormai mi sono abituato a fare. Più o meno ci sono riuscito, ma durante lo sforzo mi è partito il mignolo. Quindi stavo bevendo tenendo il mignolino teso, tipo dama dell’800. Per un attimo mi è sembrato di essere in Downton Abbey Handicap Edition. Lezione imparata.
– Scherzare su quello che potrebbe imbarazzare te o gli altri, per rompere il ghiaccio e far capire che non c’è nulla di strano.
– Avere una vita autonoma non significa fare tutto da solo, ma cercare di unire le proprie competenze con quelle degli altri e, soprattutto, saper chiedere aiuto.
– La mia posizione preferita, contrariamente a quel che si potrebbe immaginare, non è quella della sedia.
– Ci vogliono anni per formulare la propria domanda di aiuto. Se riesci a farti aiutare da un professionista è tutto più facile.
– La gente è super interessata alla durata delle batterie della tua carrozzina elettronica. E ormai rispondi citando km di autonomia a caso perché non lo ricordi nemmeno tu.
– La distrofia muscolare, e più in generale la disabilità è lotta, a volte. È sangue e lacrime, a volte. Ma è anche ridere insieme a chi vuoi bene se si affronta una difficoltà (tipo mettere la giacca) che è tra le cose più belle che ci siano.
– Imparare ad accettare, non vuol dire rassegnarsi, ma semplicemente non perdere energia dietro a situazioni che non puoi cambiare, remando contro alla serenità della tua giornata.
– Da affrontare, la barriera architettonica più ostica per me rimane la pecorina.
– Ai primi freddi incontrerai sempre un simpaticone che ti chiederà se hai montato le gomme invernali e le catene per la neve. Ci vuole pazienza e un sorriso diplomatico.
– Nonostante tu abbia una disabilità c’è sempre chi sta peggio. Tipo quelli che schifano il vino.
– Un amico/a vero lo riconosci se si offre di venire a vedere con te un film in prima fila. Che è una delle cose più tremende e fastidiose che esistano. (Sempre bellissssssimi i posti per le carrozzine in prima fila eh, sempre molto inclusivi questi cinema eh)
– Ormai le giacche invernali mi sono diventate troppo scomode da indossare. Così ho deciso di virare sui poncho, mantelle o tabarri.
Ho provato un tabarro lungo e nero che mi fa apparire come il fratello paralitico di Batman, però mi piace molto.
– Cani e gatti quando ti incontrano per la prima volta, spesso, sono terrorizzati da questa strana bestia mezzo uomo mezzo macchinina dell’autoscontro. Poi si abituano e reciprocamente ci innamoriamo ogni volta.
– Puoi rimanere addormentato in una meravigliosa bolla di illusioni che ti crei, e può essere confortante. Come avvolto in una coperta calda. Ma la verità, prima o poi, arriva come un fulmine a ciel sereno a svegliarti, a quel punto sta a te scegliere. Scegliere se tentare a tutti i costi di ricostruire la bolla e provare ad addormentarti di nuovo o rimanere sveglio e presente, pronto per il meglio che il “qui e ora” della consapevolezza ti offre.
– Per la milionesima volta un altro simpaticone ti dirà “Hey, guarda che ti sgonfio le gomme, eh ahahah”. E tu, con l’espressività di un muro risponderai, “Sono gomme piene, senza camera d’aria”, “Ah, senti ma… in inverno monti le gomme inver..”, “NO!”.
– Alla gente che non posso prendere a calci nel sedere posso passargli con le ruote sui piedi, fingendo di non averlo fatto di proposito.
– A volte -a volte, eh- certe persone non sono gratuitamente stronze con le persone con una disabilità. Si sentono solo inadeguate.
– Non per vantarmi ma “siediti, dobbiamo parlare” a me non l’ha mai detto nessuna.
– Ognuno è diverso e affronta le proprie situazioni come meglio crede. Io penso che, in determinate situazioni, l’autoironia sia il miglior metodo per affrontare e rendere meno pesanti cose che tanto non si possono cambiare.
– Dire “i problemi di uno sono i problemi di tutti” non è buonismo, è semplicemente la verità da cui partire per avere un’Italia più inclusiva.
– Ho visto mostrare il lato positivo e piacevole della disabilità, cercando quasi di nascondere quello che spesso è il contrario di tutto ciò che è positivo. La sofferenza, le storie di solitudine, la disperazione. Ho visto molte persone disabili (soprattutto in tv) vantarsi, giustamente, dei propri successi, delle loro conquiste di indipendenza ma, a volte, disprezzare chi non ci riesce, chi vive nell’oscurità. Dimenticando che non tutti abbiamo lo stesso carattere e la stessa forza.
– Sono sempre un ragazzo come gli altri. Metto un like velocissimo quando vedo un paio di tette sui social.
– La carciofa di Pepèn ti metterà sempre in pace col mondo.
– Non avrei mai pensato di fare amicizia con un cagnone in carrozzina, eppure…”

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